Saloon Keeper 1933: il tempio pluripremiato della miscelazione a Lecce

Da un lato un’atmosfera retrò con arredi vintage, dall’altro dei cocktail favolosi e pluripremiati: il Saloon Keeper accoglie così, in un ambiente caldo e intimo, per aprire nuovi orizzonti del bere di qualità

Tic tac. Da un lato la chiesetta greca risalente al IX secolo e dall’altro un locale permeato dallo spirito del proibizionismo, da New York a Cuba. Epoche decisamente diverse e lontane, certo, ma una piazzetta accomunata da storia e fascino in un angolo di Lecce tra i più suggestivi.

Ispirato ai ruggenti anni ’20, il Saloon Keeper 1933  è una delle creature di Cristian Pellegrino, noto bartender e imprenditore che rende ogni suo locale un posto che vale la pena vivere.

L’atmosfera retrò di uno speakeasy

Arredi retrò con pezzi originali che risalgono agli inizi del ‘900 come poltroncine, paralumi e credenze, rendono l’interno, suddiviso in salette, un posto accogliente e misterioso, riservato e caldo, sicuramente da esplorare.

Il legno scuro del bancone e della mobilia assieme al rosso di alcune pareti e complementi, riscaldano l’ambiente nel quale vien voglia di passarci ore con un drink in mano.


40 i coperti interni, 100 gli esterni dove le sedute alte sono informali e conviviali, proprio come la finestrella che si integra al bancone e dalla quale si può direttamente prendere un cocktail e berlo all’esterno.

Il Saloon Keeper ricorda uno speakeasy, i cocktail bar nati durante l’epoca del proibizionismo – quando venne proibito il commercio e il consumo di alcolici – dove venivano vendute illegalmente le bevande alcoliche. Erano dei locali esclusivi e ben nascosti nei quali spesso si aveva accesso solo se si conosceva la parole d’ordine.

Qui, invece, la parola d’ordine è la qualità: qualità nel bere innanzitutto.

I bartender tra i più premiati

Qualità nel bere, dicevamo, e anche certificata dai numerosi riconoscimenti conquistati negli anni da Cristian Pellegrino e dai suoi bartender. Tra questi, la vittoria alla competion regionale Splash Bartender Festival, la finale nella gara Miglior cocktail Coca Cola 2020 con il cockatilOro nero“, semifinalisti al Word Class 2019, poi finalisti anche nel programma Sky Bartendency e anche menzionati, lo scorso anno, in un articolo sul New York Times che lo definisce “un bar in stile speakeasy con cocktail artigianali, mixologist barbuti e arredi non convenzionali”.

Non convenzionale lo è di certo, proprio come Cristian che potete trovare spesso dietro al bancone del Saloon, del Querencia o da questa estate dell’Alma Santera pronto a stupirvi con un drink perfetto, alternandosi al bar manager Davide De Francesco o agli altri bravissimi bartender che compongono la squadra.

I cocktail

I cocktail del Saloon Keeper rispecchiano alla perfezione il suo concept. Sono drink ispirati agli anni ’20 e ’30 sulle basi alcoliche che erano già in vigore in quegli anni, terminati nel 1933, proprio come riportato dall’insegna del locale.

Dal Manhattan al Sidecar passando ad un punch caldo con cannella, i drink nati all’epoca del Proibizionismo hanno gettato le basi della mixology mondiale perché avevano l’obiettivo di mescolare i distillati che spesso erano realizzati in casa – e non con grandi risultati – con altri sapori per ottenere un gusto migliore. Se a quelle idee ora si aggiungono materie prime di eccellenza, come fa il Saloon, e tanta esperienza e formazione, il risultato è un cocktail indimenticabile, di quelli che restano nella memoria e che si torna puntualmente a prendere.

Un classico esempio è l’Odeon con mezcal, il famoso distillato messicano, bitter mix saloon, sweet vermouth, liquore al rabarbaro, shrub birra ipa querencia, estratto di olive leccine e tonica aromatic.

Whisky bourbon over proof con Italian vermouth, storico liquore torinese, bitter rosso mix e bitter mix saloon, invece, compongono il Sipario, ma questi sono solo alcuni degli esempi dei cocktail straordinari che vi attendono al Saloon.

E voi che tipi siete, da bancone o poltroncina?




Marcella Barone