A Ugento regna il Salotto dell’eleganza e della contemporaneità

Con il “Duca – Salotto dei Sapori” la raffinatezza delle linee e l’autenticità delle materie prime scrivono una nuova pagina della ristorazione salentina

Il Duca – Salotto dei Sapori: l’avventura

I riconoscimenti che attestano il suo patrimonio paesaggistico e artistico, nel cuore della penisola salentina, sono innumerevoli. Gioello della provincia di Lecce, città messapica e ricca di storia, Ugento è una città incastonata nel Sud Salento, rinomata per la costa sabbiosa che ricorda le spiagge caraibiche (apprezzate in ogni dove sono le marine di Torre Mozza e di Torre Sa Giovanni, insieme alla frazione di Gemini) e per i siti di grande valore archeologico. In questo scenario, di luce e calore, ha preso il via l’avventura del “Duca – Salotto dei Sapori”, il frutto gastronomico del “Monteforte Resort”, un’oasi di pace e di eleganza dove poter soggiornare per godersi le meraviglie del Salento.

Il ristorante, curatissimo e innovativo anche nel design, esprime il gusto estetico del padrone di casa, Andrea Congedi, che ha personalmente caratterizzato lo stile del “salotto”. L’imprenditore salentino, già proprietario della “La Bottega dei Sapori” di Torre San Giovanni, mi ha accolto nel suo nuovo regno in una calda mattina d’aprile: mi sono ritrovata immersa in un tempio di gusto e bellezza, un concentrato di modernità con un’anima antica. Lo stesso nome del ristorante, il “Salotto dei Sapori”, richiama il passato e la storia della famiglia Congedi: in zona, papà Salvatore è soprannominato il duca.

Siamo partiti circa quindici anni fa con “La Bottega dei Sapori”, una trattoria che celebra la tradizione della tavola salentina e pugliese con attualmente a capo lo chef Mirko Manni. Le mani erano quelle di mia suocera e di mia moglie, una cucina di casa, familiare, fatta di sapori autentici, che negli anni si è evoluta diventando un punto di riferimento nel territorio soprattutto durante il periodo estivo.

Il nuovo progetto del “Salotto dei Sapori” nasce dalla forza della squadra formatasi negli anni all’interno della bottega e dalla mia volontà di mettere in piedi un ristorante diverso, un luogo che avesse grandi ambizioni”. Congedi ha infatti messo mano agli spazi del “Monteforte Resort”, ricavando un luogo con un’identità forte e determinata.

Nella parte sovrastante poi ci sono le suite, ma anche un terrazzo dove nella bella stagione con una ventina di coperti offriamo la possibilità di cenare guardando le stelle”. Le volte a botte, le nicchie e la calce sono gli elementi predominanti di un restyling conservativo che è rimasto fedele agli aspetti originari di questa residenza risalente al 1850, grazie al grande lavoro dell’architetto Rocco De Lentinis.

Il tavolo conviviale, centrale, nella sala che affaccia sul giardino, ha l’obiettivo di regalare esperienze di condivisione ai clienti: “Un tavolo sociale, un gruppo di amici, una festa, il senso è sempre l’aggregazione e la condivisone gastronomica”, racconta Andrea. Il colpo d’occhio è assicurato: specchi retroilluminati, lampade di altissimo design e materiali di grande qualità catturano immediatamente l’attenzione.


La cucina, la cantina e le carte

Chi mi conosce lo sa, anche di fronte alla grande bellezza, il vero banco di prova è la tavola. Non uno, ma due chef in cucina. Insieme, Alessio Panarella e Giancarlo Mele, hanno un’impronta ricercata che si caratterizza per la grande attenzione alla materia prima.


Ma non solo. I sapori e i colori degli ingredienti creano una sinfonia, un tripudio di emozioni: i piatti sono quadri, pennellate di colore. L’entrée: una sfera di parmigiano con pomodoro arrosto, cicoria all’aceto e cipolla rossa al Negroamaro, polpetta di polpo e la sua maionese alla rapa rossa, la chips di riso, sgombro marinato, zucchina e aromi di arancia e menta.

I piatti: polpo, rapa rossa, giardiniera, semi e lampascioni; bottoni di patate con ricotta di capra, lime, menta e cavolo nero; l’astice e la sua maionese con sedano, cipolla rossa, mela verde e zenzero; manzo con salsa verde, pomodoro secco, vincotto e uova; spaghetto affumicato Verrigni, tartare di gambero viola, bottarga di tonno rosso, lime e stracciatella; baccalà, patata viola e guanciale.

La carrellata di primi e secondi piatti non mi ha dato scampo, ho rimandato il dolce, che pure era attraente, alla prossima tornata. In sala c’è la preparatissima sommelier Sonia Rizzello, giovane e pronta a dare un buon consiglio fra le oltre 350 etichette, nazionali e internazionali, presenti nella carta vini.

Una nota aggiuntiva la dedico a lei: in un momento di oggettiva diffcioltà per le sale di tutta Italia, mi sono approcciata ad una ragazza che di vino ne sa, a cui il vino piace, e che in fatto di ospitalità ha da insegnare a tanti maître blasonati. Sulle carte speciali “Il Duca” non ha rivali: formaggi, caffè, rigorosamente selezionati e classificati: “Abbiamo voluto differenziarci per offrire al cliente consapevole un servizio attento”, spiega il proprietario. Anche nelle miscele e nelle monorigini di caffè, mi son persa.

L’esperienza

Siamo ad Ugento, ma potremmo essere a Milano. O forse a New York. La particolarità de il “Duca” è proprio questa: un ambiente internazionale nella culla delle tradizioni del Salento.

Andrea e la sua squadra hanno osato e per questo vanno premiati; le intenzioni sono le migliori, ma devo dire anche i risultati, in termini di accoglienza, di cucina e di benessere generale.

Penso al turista che arriva ad Ugento: trascorre una bellissima giornata al mare, vive l’esperienza gastronomica del Salotto e completa la sua permanenza nelle suite di Monteforte.

Penso agli appassionati del territorio, desiderosi di sperimentare la cucina degli chef Alessio e Giancarlo, di divertirsi con le carte dei formaggi e dei caffè.

lo dico con certezza: del “Duca” bisogna fare la conoscenza, non si resterà delusi.




Barbara Politi