Una giornata con le donne de L’Aragosta da Co’ tra sorrisi e piatti da raccontare

In una bellissima giornata di sole, abbiamo incontrato le tre donne de L’Aragosta da Co’ a Porto Cesareo per scoprire chi c’è dietro ad un lavoro sempre impeccabile e all’altezza delle aspettative

Una delle prime giornate di primavera è stata la cornice ideale in cui abbiamo incastonato una parentesi tutta al femminile con le straordinarie donne de L’Aragosta da Co’ a Porto Cesareo.

Il fascino degli arredi e la suggestione del mare a sfioro sulla pedana esterna lo rendono, infatti, un luogo difficile da dimenticare, in particolar modo se a ciò si abbina una cucina contemporanea e mediterranea con una materia prima freschissima.

Tre le donne fiore all’occhiello del ristorante, una delle quali ve l’abbiamo fatta conoscere in più occasioni parlando della sua vocazione per l’accoglienza dei clienti e delle sue doti da sommelier, ma la sua figura è cresciuta di pari passo col ristorante che, adagiato sulla storica spiaggetta di Porto Cesareo, è un rinomato punto di ritrovo per il suo menu e la vista mozzafiato sulla baia.

Il sorriso e la determinazione di Tarin Iaconisi sono il biglietto da visita del ristorante: è lei a supervisionare la cucina, le nuove tecniche innovative che la stanno rendendo sempre più accattivante, come la sferificazione, la realizzazione di spugne e mousse al sifone, i dessert sempre più interessanti e l’estetica dei piatti, uno dei suoi punti di forza. Sua anche l’attenzione sulla qualità delle materie prime e su ogni singolo dettaglio del ristorante: tutto deve essere impeccabile e all’altezza delle aspettative ed è così, infatti, che si presenta agli occhi dei clienti anche grazie al supporto di due donne che stanno iniziando ad affacciarsi a questo settore.

Sono Marina e Asia, le figlie di Tarin, le altre due donne de L’Aragosta da Co’ che guardano al futuro tenendo ben salde le loro radici.

Marina, a 21 anni, è un valido aiuto all’accoglienza. La sua prerogativa è quella di trovare sempre un tavolo per tutti, accontentando col sorriso i numerosi clienti. Asia, 23 anni, assolve al compito di coordinare la sala, prende gli ordini, si occupa delle giacenze di vini e distillati. Entrambe impegnate nello studio, conservano e alimentano la passione di famiglia per la ristorazione.

È da questa passione innata che nascono piatti come quelli che hanno sfilato davanti a noi nella giornata che ci siamo ritagliati con queste sorprendenti donne, primo fra tutti il cavallo di battaglia de L’Aragosta, il crudo di mare con maionese al wasabi, alla barbabietola, zenzero in agrodolce e caviale blu di caracao, al passion fruit e al plancton, sapori decisi che accompagnano la delicatezza e la freschezza del pesce sfilettato finissimo.

Tra gli antipasti, ci ha sorpreso la millefoglie con tartare di tonno condita con maionese al wasabi e maionese alla barbabietola e caviale alla soia, un entreè che sembra quasi un dolce e stuzzica coi suoi contrasti.

Tra i primi piatti “sfoggiati” per l’occasione, sorprende l’estetica ed il gusto assieme delle sagne ‘ncannulate su vellutata di cavolo con scaglie di tonno affumicato e cozze, un mix di tradizione con una ventata di innovazione.

Seguono il tagliolino al tartufo con gamberi rossi e salsa al grana e il tagliolino all’astice, due primi dai sapori intensi e autentici.

Mare, mare e solo mare anche nel piatto che si compone di filetto di sarago in crosta di grana su spuma di patata al sifone e pinoli e scorfano su mousse di melanzane in gabbia di verdurine croccanti, un appetitoso e invitante secondo.

Dispiace, ma solo per un secondo, rovinare l’estetica con cui si presentano le triglie fritte su un letto di cavolo viola, che sembrano nuotare in un mare di onde. Il loro profumo, però, rende difficile non addentarle e rovinare, così, la composizione, ma per fermare il momento c’è sempre la fotografia che terrà per noi il ricordo impresso fino alla prossima portata.

Non poteva mancare, infatti, il polpo tra i secondi piatti, uno dei protagonisti indiscussi dei nostri mari: da L’Aragosta da Co’ si presenta coi suoi tentacoli accompagnato da spuma di patata viola al sifone, fave verdi e guanciale croccante.

Infine, i dolci, e anche qui c’è lo zampino di Tarin, il cui gusto per l’estetica nell’impiattamento è certamente il riflesso della sua passione per la pittura: tra i dessert, spiccano le spugne al sifone con crema di mascarpone, fragole e perlage di frutti di bosco, un finale dolce e fresco che conclude una giornata intrisa di sapori, profumi ma anche sorrisi e storie di donne che si ispirano l’una alle altre per crescere insieme sempre di più.




Marcella Barone