L’universo di Donatello e l’arte della pizza nel Salento

Da Pizza Do.C. incontro con l’avanguardista dell’arte bianca nel suo tempio in Via Bari a Lecce

Le persone che si fanno da sole hanno una marcia in più, sempre. Sono quelle che il fuoco glielo leggi negli occhi e nel temperamento (e non sto parlando delle fiamme che ardono nel
forno di legna e pietra) perché “fare bene” per loro non è solo un dovere, diventa una missione di vita guidata dalla passione.

Questo è il pensiero che mi è balzato in testa quando ho guardato negli occhi per la prima volta Donatello Cordella: mi aspettava nel suo tempio, “Pizza Do.C.”, in quella via Bari diventata oramai il cuore pulsante della nuova zona commerciale di Lecce, per intenderci quella dove “Capilungo” e il pastificio “Pasta d’Elite” registrano numeri da capogiro. Da Donatello ci sono arrivata con il metodo più vecchio del mondo, ma che funziona ancora tanto: il passaparola.

Diverse persone amiche, nel corso del tempo, una voce corale: “Devi assolutamente andarci”. Chi strizza l’occhiolino al bordo alto, poi, me l’ha doppiamente segnalato.

Sono arrivata, strategicamente, prima del servizio e ho chiesto al mastro pizzaiolo di raccontarmi qualcosa di sé. La prima notizia assimilata è che “Pizza Do.C.” sta per “Pizza Donatello Cordella”.

Ecco, l’anima di questo luogo risiede nel suo stesso fondatore. Una vita dedicata alla cucina, di anni oltre venti, da quel 1998 in cui un giorno in cucina il mastro pizzaiolo si rese conto che pulire il pesce non gli piaceva poi tanto. Donatello vira così sull’arte della pizza, aprendo a sé stesso e agli altri un nuovo mondo. La specialità italiana più amata nel pianeta diventa la protagonista assoluta della sua attività e, con il mestiere fra le mani, si fa strada, raccogliendo esperienze nelle pizzerie più importanti del territorio.

Nel 2017, poi, il sogno di un luogo che porta il suo nome viene coronato e con esso l’avvio di una nuova avventura, quella di “Pizza Do.C.”. “Non mi sentirò mai arrivato, lavoro sodo ogni giorno per imparare qualcosa di nuovo”, a un certo punto m’ha detto. Credo sia chiusa in questo pensiero, di vita e di mestiere, la filosofia di questo regno della pizza. Un posto radicato al territorio, ma curioso, che guarda a tecniche e metodi innovativi, agli abbinamenti sperimentali. Gli impasti sono tanti e diversi, e vengono fatti lievitare per 48 ore: integrale, curcuma, barbabietola, kamut.

Donatello Cordella riserva ai suoi clienti la grande attenzione e la cura tipiche del perfetto padrone di casa che accoglie gli ospiti a cena. Un sorriso, poche parole, grande rispetto dell’altro.

L’eleganza dell’umanità conquista e che ha rapito anche me. Una quarantina di posti a sedere, l’atmosfera tranquilla, e il momento di gustare le pizze è arrivato anche per me.

Nell’ordine, ho assaggiato la Pizza Do.C., regina del menù, con fior di latte, stracciatella, capocollo di Martina Franca, tartufo in crema e scaglie e noci.

A seguire, la Pizza Eraclido, con fior di latte, mortadella, provola e pistacchio.

A sorpresa, due fuori menù a me dedicati: pizza con impasto ai cereali, fior di latte, crema di friarelli, salsiccia di Norcia e pomodoro semisecco.

Ed in fine pizza con impasto integrale, farcita con valeriana, carpaccio di Angus (scenicamente affumicato al momento in campana con trucioli d’arancio), emulsione di burrata, scaglie di tartufo.

Donatello è da conoscere, le sue creazioni da provare. Parola di Barbara.




Barbara Politi