Il centenario del Cafè dei Napoli raccontato da Pino De Luca: un momento di pura magia e dolcezza

Che sapore ha il paradiso? Per Pino De Luca, il pasticciotto di Giovanni Venneri fin dal loro fortunato incontro al “Pasticciotto Day”

Celebrare i primi 100 anni di attività non è cosa da tutti, farlo alla presenza di ben quattro generazioni e al cospetto di persone che hanno contribuito a rendere importante il proprio percorso è ancora più magico.

Così, nei giorni scorsi, Giovanni Venneri e la sua famiglia hanno festeggiato i 100 anni del Cafè dei Napoli di Alliste, una lunga storia fatta di dolcezza ma anche di sacrificio, duro lavoro e abnegazione. Chi se non Pino De Luca poteva raccontarcela? In prima fila all’evento celebrativo di un maestro pasticcere al quale è particolarmente legato, l’esperto di ristorazione ci ha parlato di Giovanni Venneri fin da quel fortunato (e afoso) giorno che li ha fatti incontrare.

Galeotto fu il “Pasticciotto Day” che Pino De Luca aveva organizzato diversi anni fa al Tropical Gold Club di Torre Pali, marina di Salve, in una calda giornata di luglio. È stata in questa occasione, tra decine e decine di pasticciotti, con una giuria di 50 persone, che Giovanni Venneri si è differenziato con il suo prodotto di grande qualità ed è stato premiato vincitore tra i tanti nomi dell’arte dolciaria salentina presente. Da quel giorno, Pino De Luca ha scoperto non solo un maestro pasticcere di livello ma anche una località, Alliste, che grazie al Cafè dei Napoli poteva davvero far confluire un turismo di spessore.

“Ad Alliste ci vai per il Cafè dei Napoli, poi ti fai un giro, vai al mare e così via, ma la tappa obbligata sono i dolci di Giovanni Venneri, quanto di più vicino alla porta del paradiso a mio avviso – commenta De Luca – .Se da giovane, infatti, Giovanni avrebbe voluto diventare un pilota perché aveva il sogno di volare, io credo che lui abbia volato alto con la sua pasticceria e che faccia volare tutti noi quando addentiamo una delle sue leccornie, dal pasticciotto al panettone passando per lo spumone artigianale con il liquore alle ciliegie marasche, sublime”.

Il forte legame tra il giornalista e gustologo e il pasticcere nasce proprio quel giorno. In seguito alla vittoria, il Pasticciotto Day organizzato in quel diTorre Pali aveva avuto una tale risonanza sulla stampa locale che si creò un andirivieni eccezionale al Café dei Napoli e la voce che lì si faceva il pasticciotto più buono del Salento è circolata velocemente.

Nato come Bar Napoli, poi diventato Cafè, fu fondato nel 1922 al ritorno dagli Usa del nonno materno, “l’americano”, di Giovanni Venneri, mentre fu per prima la madre Stella a portare alto il vessillo della qualità selezionando solo le materie prime migliori. Il cammino di Giovanni era quindi scritto e già all’età di 13 anni ha iniziato ad imparare il mestiere. Il suo obiettivo è stato quello di incastrarsi alla perfezione tra tradizione e innovazione, studiando, facendo pratica apprendendo l’arte pasticcera d’autore da Antonio Cavalieri e poi rimettendosi a lavoro al suo Cafè dei Napoli, dandovi sempre il meglio. Negli anni, suoi sono stati tanti premi prestigiosi come la Coppa d’oro per il gelato al caffè nel campionato di Longarone nel 1980 e il Premio Apollonio, i corsi tenuti da docente, le invenzioni come il “PanSorriso” e i “Pani di Giò” e tantissimi anche i corsi seguiti per migliorarsi sempre più, con umiltà e ambizione, un filo conduttore che ha poi passato al figlio Roberto, che ha dato un tocco di innovazione in più all’attività di famiglia.

“Il grande pregio di Giovanni è che ha mantenuto sempre altissima la sua qualità, senza pensare a far di più, ma sempre meglio. Non ha pensato alla quantità bensì alla qualità, offrendo solo l’eccellenza, quella vera, ai suoi clienti – aggiunge Pino De Luca, che al centenario del Café ha voluto prendere parte con il suo lato più poetico, una poesia, appunto, in dialetto che racconta il sapore del paradiso racchiuso in questa prelibatezza tutta salentina:

Nu ne pozzu cchiui!
«Ce sta faci? Te face male …
Ce sta mangi?  È forte a digerire …
Ce sta mbivi? Nu sai ca te nchiana la pressione …
Forse me sta preparanu allu Nfiernu
Ca quandu scattu ede n’auru piernu
Allora me fannu stare fiaccu a quai
Cu nu soffru quandu vau de ddhrai
Te st’anna lu tulore dura picca
Te l’aura parte nu nci spiccia mai. »
Mentre me facia stu pinsamientu
Me inne a ncapu cu me documentu
Lieggi na cosa, lieggi la seconda
Cappa ca lieggi robba bona e robba immonda.
Me ccappau nu libru, piccinnu e consumatu
Ca, cu sparagnanu, Vangelu anu chiamatu
A na pagina stia scrittu:

«Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo,
ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!».

E no ca l’ha scrittu ci sia sia
Parole de Gesù Cristu.
E ce m’ati cuntatu fenca a moi?
Quante chiacchere m’ati nzaccate?
Tocca me la scuntu, su lu cchiu fessa passaru?
E me tocca la megghiu fica!
Te n’arulu a l’auru poi, na state,
Facia nu cautu ca squagghiavi,
Ccuntrai lu Giovanni, te Alliste,
Ssaggiai nu dolce ca sapia te paraisu
E do’ domande l’ibbi a fare:
“Comu se chiama quel boccone de piacere,
E cu vai a Alliste, te du hai girare?”
Me figge la spiega lu Giovanni:
“Alliste sutta Racale la trovi,
E lu Pasticciottu lu facimu te centanni”
E ce fazzu? Nu me mparu comu è lu paraisu?
Alliste, allu Municipiu. Café dei Napoli.

Veni, Vidi, Vici.

«Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo,
ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!».

E ce uei cu dici?

Mangiative nu pasticciottu de cchiui
Cusì nfucati la fesseria ca ve sta vene
Nu sacciu ci poi sciati a mparaisu almenu ui
Ma almenu v’ati mparatu ce sapore tene.

“Io amo cercare i tesori laddove nessuno cerca, e in questo Alliste è stata una sorpresa straordinaria”, conclude Pino De Luca, “Dopo tanti anni, Giovanni Venneri conserva l’artigianalità che è il suo marchio e la eleva ancor di più. La stima e l’affetto di cui si circonda è stato sotto gli occhi di tutti al centenario, un momento semplicemente magico”.

Foto di Sebastiano Basurto

Marcella Barone